Penso che ci sia un'altra grossa differenza, soprattutto per i più giovani, tra decidere di lavorare in una startup e in una big tech. Questo considerando che otto o nove volte su dieci una startup, quando non fallisce, diventa (soprattutto da noi in Italia) una PMI: e quindi ci si ritrova a lavorare in una realtà che, se per alcuni aspetti magari culturali magari se ne discosta, nelle dinamiche relazionali e di potere diventa non diversa da un'azienda padronale o familiare. Dunque, meglio lavorare (da giovani) in una PMI o in una grande azienda? Occorre tenere presente che in una fase successiva passare da grande azienda a PMI, sia pure a costo di qualche tradeoff, è sempre possibile, perché il brand della grande azienda sul curriculum è un asset prezioso. Invece il passaggio da PMI a grande azienda, se ci si rende conto di volere quell'esperienza, è molto più raro; perché le persone senior della grande azienda sono in genere cresciute in azienda molto più che reclutate da fuori, e se sono reclutate da fuori è più probabile che arrivino da un'altra grande azienda. In sintesi, all'inizio della carriera la grande azienda offre un'opzionalità che la PMI non offre.
sono d'accordo sul tuo ragionamento in linea di massima. Quello che sto osservando anche in Italia sono anche percorsi inversi/diversi e mi spiego con due scenari:
a) All'inizio della carriera è più facile prendersi rischi e se si lavora in una azienda "piccola" (non solo start-up) e si riesce a fare molta esperienza questa è oggi valutata positivamente anche dalle grandi aziende dove è forte il senso di "immobilismo" che a volte si cerca di smuovere con figure giovani provenienti da realtà giovani
b) Fare esperienza (all'inizio) da freelance (e stiamo entrandoci nell'era dei freelance su larga scala) come consulente in grande azienda ti fa eventualmente entrare in grande azienda conoscendo i meccanismi in maniera più consapevole e anche facendo saltare alcuni "riti" iniziali del percorso nelle grandi aziende che è uno dei motivi che oggi le grandi aziende non sono più cool come in passato per i neo-laureati (ho detto più perchè comunque affascinano sempre. Non ho trovato metriche che comunque validino quello che scrivo quindi prendila come esperienza personale)
Ma quello che scrivi per resta vero solo con meno forza del passato ...
Sono abbastanza d'accordo. Non direi che le grandi aziende non sono più cool per i neolaureati in generale... direi che si percepisce più di prima che alcune aziende anche se molto grandi continuano a crescere e hanno un volano (es. Luxottica-Essilor) per cui offriranno opportunità; altre invece sono statiche. Sul tema dei freelance "su larga scala" stanno facendo riflessioni interessanti nel team di Cosmico (https://wearecosmico.com/).
Conosco troppo poco (rispetto a quello che mi piacerebbe) il team di Cosmico. Ma mi dicono che stanno facendo un lavoro pazzesco proprio sui temi di cui stiamo parlando!
Penso che ci sia un'altra grossa differenza, soprattutto per i più giovani, tra decidere di lavorare in una startup e in una big tech. Questo considerando che otto o nove volte su dieci una startup, quando non fallisce, diventa (soprattutto da noi in Italia) una PMI: e quindi ci si ritrova a lavorare in una realtà che, se per alcuni aspetti magari culturali magari se ne discosta, nelle dinamiche relazionali e di potere diventa non diversa da un'azienda padronale o familiare. Dunque, meglio lavorare (da giovani) in una PMI o in una grande azienda? Occorre tenere presente che in una fase successiva passare da grande azienda a PMI, sia pure a costo di qualche tradeoff, è sempre possibile, perché il brand della grande azienda sul curriculum è un asset prezioso. Invece il passaggio da PMI a grande azienda, se ci si rende conto di volere quell'esperienza, è molto più raro; perché le persone senior della grande azienda sono in genere cresciute in azienda molto più che reclutate da fuori, e se sono reclutate da fuori è più probabile che arrivino da un'altra grande azienda. In sintesi, all'inizio della carriera la grande azienda offre un'opzionalità che la PMI non offre.
Ciao Paola,
sono d'accordo sul tuo ragionamento in linea di massima. Quello che sto osservando anche in Italia sono anche percorsi inversi/diversi e mi spiego con due scenari:
a) All'inizio della carriera è più facile prendersi rischi e se si lavora in una azienda "piccola" (non solo start-up) e si riesce a fare molta esperienza questa è oggi valutata positivamente anche dalle grandi aziende dove è forte il senso di "immobilismo" che a volte si cerca di smuovere con figure giovani provenienti da realtà giovani
b) Fare esperienza (all'inizio) da freelance (e stiamo entrandoci nell'era dei freelance su larga scala) come consulente in grande azienda ti fa eventualmente entrare in grande azienda conoscendo i meccanismi in maniera più consapevole e anche facendo saltare alcuni "riti" iniziali del percorso nelle grandi aziende che è uno dei motivi che oggi le grandi aziende non sono più cool come in passato per i neo-laureati (ho detto più perchè comunque affascinano sempre. Non ho trovato metriche che comunque validino quello che scrivo quindi prendila come esperienza personale)
Ma quello che scrivi per resta vero solo con meno forza del passato ...
Sono abbastanza d'accordo. Non direi che le grandi aziende non sono più cool per i neolaureati in generale... direi che si percepisce più di prima che alcune aziende anche se molto grandi continuano a crescere e hanno un volano (es. Luxottica-Essilor) per cui offriranno opportunità; altre invece sono statiche. Sul tema dei freelance "su larga scala" stanno facendo riflessioni interessanti nel team di Cosmico (https://wearecosmico.com/).
Conosco troppo poco (rispetto a quello che mi piacerebbe) il team di Cosmico. Ma mi dicono che stanno facendo un lavoro pazzesco proprio sui temi di cui stiamo parlando!
Se vuoi te li presento! Buona domenica sera :-)