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Ciao,
sono Stefano Gatti e questo è il centodiciassettesimo numero della newsletter LaCulturaDelDato: dati & algoritmi attraverso i nostri 5 sensi. Le regole che ci siamo dati per questo viaggio le puoi trovare qui.
Prima di cominciare mi regali 60 secondi del tuo tempo per progettare insieme il futuro di questa newsletter?
Ecco i cinque spunti del centodiciassettesimo numero:
👅Etica & regolamentazione & impatto sulla società. Il Global Risk Report: scenari e rischi globali a colpo d'occhio e di dati
Il Global Risk Report, realizzato ogni anno dal World Economic Forum, è probabilmente il miglior report a livello mondiale sui rischi e sulla loro percezione a livello globale con un orizzonte a 10 anni. Come spesso accade, la parte più utile o meglio più importante di questi report è la metodologia con cui vengono realizzati, perché questa influenza senza dubbio la chiave di lettura e evidenzia, eventualmente, alcuni possibili bias di cui bisogna tenere conto. In questo caso, il report è stato realizzato facendo convergere le riflessioni e i dati di più di 1500 esperti con l’opinione di oltre 11.000 business leader di 113 paesi diversi. Questo fornisce probabilmente una percezione di uno strato culturalmente molto elevato della popolazione (ed è giusto così se dobbiamo provare a disegnare scenari), ma vista la numerosità ed eterogeneità del campione, può non essere privo di quella che va sotto il nome di “regressione verso la media”.
Detto questo, il report e tutti i suoi contenuti vanno tenuti tra i preferiti almeno per un anno, in attesa del prossimo report, perché offrono una vista unica sui rischi nelle cinque aree in cui sono stati suddivisi i rischi stessi: economia, ambiente, geopolitica, società e tecnologica. Difficile fare una sintesi delle 124 pagine in cui è diviso. Comunque l’andamento del rischio globale è negativo a causa dell’aumento, rispetto agli scorsi anni, dei rischi legati ai conflitti e ai bruschi cambiamenti tecnologici. Più utile dirti che le prime 12 pagine bastano per farti un’idea dei principali contenuti e qui trovi l’immagine più significativa (della situazione attuale).
Poi il report scende nel dettaglio fornendo prima lo scenario a due anni, poi quello a 10, e infine anche strategie di risposta a questi rischi.
Il report è fatto molto bene anche dal punto di vista grafico. Se sei un amante della dataviz troverai pane per i tuoi denti.
Da pagina 50 trovi anche approfondimenti molto interessanti sui rischi legati all’intelligenza artificiale. Questa è la mappa, tra le tante utilissime, che preferisco.
Buona lettura!
👀 Data Science. Viaggio nella Psicologia e Storia della Data-Viz
Tutte le volte che approfondisco la data visualization mi stupisco di quanto siano ampie le tematiche, dagli aspetti psicologici a quelli storici di questa arte. Sì, parlo di arte perché siamo abituati ad associare il termine data visualization alla tecnologia e ai moderni strumenti di Computer Science, ma in realtà è tutto più ampio e per certi versi più complesso. L'approfondimento principale di questa parte della newsletter cerca di allargare questa prospettiva. Si tratta del sito del corso di “Psicologia della Data Visualization” realizzato dal professor Michael Friendly dell'Università di York a Toronto in Canada. Nella pagina principale del corso trovi un sacco di contenuti interessanti e sintetici con rimandi ad approfondimenti sulla storia e sulla psicologia della dataviz. È praticamente un museo digitale dell’arte di visualizzare dati da cui può partire (quasi) qualunque percorso di studio sul tema.
E visto che siamo in tema, ti suggerisco altri approfondimenti come questi interessanti principi di visual design che si possono applicare anche alla dataviz, oppure questa tavola periodica dei metodi di visualizzazione che possono fornirti un aiuto concreto quando devi partire da un foglio bianco. E se pensi (ancora) che la dataviz sia qualcosa di moderno, nato con le infografiche del web 2.0, prova a dare un’occhiata a questa visualizzazione a tema economico che ha quasi 100 anni, appartenente a questa splendida collezione digitale e fisica del cartografo David Rumsey. E guarda questo libro scritto dallo stesso Michael Friendly sulla storia della dataviz con esempi del decimo secolo.
Se poi vuoi tornare alla modernità e sei appassionato di sankey diagram, ti consiglio di provare questo servizio per farli molto bene e velocemente anche con Excel. Non dimenticarti che
Concludo con un ringraziamento a , anche lui ospite di questa newsletter, da cui provengono una parte dei link della sezione di oggi.
👃Investimenti in ambito dati e algoritmi. Start-up del mese Aprile 2024: Augment
Come ogni mese, grazie alla mia attività di monitoraggio dell'innovazione e degli investimenti a livello mondiale, ho l'occasione di presentarti una startup che ha catturato particolarmente la mia attenzione, distinguendosi per aver ottenuto finanziamenti significativi in aprile 2024. Questa startup opera nell'ambito dei dati e degli algoritmi, integrando queste tecnologie in modo sostanziale nei suoi prodotti destinati al mercato.
Iniziamo, come sempre, con qualche dato su aprile a livello globale: il numero e i valori degli investimenti sono stabili rispetto alla media dei primi mesi dell’anno. Ho inserito nel mio database 533 investimenti a livello globale, di cui circa 88 associabili al settore Data & AI: circa il 17% sia in termini di numeri che di valori degli investimenti. I miei dati sono in linea con quelli rilevati da Crunchbase nello stesso periodo se vuoi entrare più in dettaglio.
I due settori, come ti raccontavo anche il mese scorso, più sugli scudi sono quello della generative AI e dell’healthcare.
Visto che si parla sempre più di produttività nello sviluppo software all'interno delle nostre organizzazioni, anche grazie (o a causa, mi verrebbe a volte da dire) della generative AI, la startup di questo mese è Augment, che sta cercando di fare innovazione proprio in questo ambito.
A testimonianza dell’attenzione che c’è in questo settore, se non addirittura hype, Augment non ha ancora un prodotto ma è quasi già un unicorno :-). Infatti, ha annunciato a fine aprile il round B di 227 milioni di dollari ad una valutazione di 977 milioni di dollari! Come ti dicevo, non ha ancora un prodotto ma puoi metterti in lista di attesa, come ho fatto io. Le attese sono molto alte per il prodotto che uscirà perché il team sembra veramente molto forte. A livello di top management sono prevalentemente ex-Google e ex-Pure Storage. I principi a cui si ispirano: utilizzo della codebase specifica dell’azienda, generazione di codice di qualità con attenzione alla sicurezza e alla velocità sono quelli giusti … ma il risultato finale non è scontato. Anche se la presenza di Eric Schmidt, ex CEO di Google, tra gli investitori lascia ben sperare perché, come dice lo stesso Schmidt, “il software è ancora troppo costoso e difficoltoso da sviluppare. L'intelligenza artificiale è pronta a trasformare il coding e, dopo aver analizzato il panorama, siamo convinti che Augment abbia il team e la ricetta migliori per mettere in grado i programmatori e le loro organizzazioni di produrre più software e di migliore qualità”.
🖐️Tecnologia (data engineering). Dalle immagini della tua biblioteca a un database in cloud: la magia di Gemini Pro 1.5 e Chat-GPT
Se sei appassionato come me di libri e hai sempre sognato di averne un database aggiornato ma non hai mai trovato il tempo per il data-entry necessario, l’approfondimento che ti suggerisco oggi fa per te. Anche se vuoi toccare con mano quanto la tecnologia legata all’imaging to text stia evolvendo velocemente, sarà interessante leggere come quel super nerd di Simon Willison (non è la prima volta che te lo suggerisco) abbia usato un breve video della sua biblioteca per dimostrare quanto Gemini Pro 1.5 sia veramente bravo a usare video e a estrarne informazioni dettagliate come quelle dei singoli libri.
Simon, nella parte finale dell’articolo, dettaglia anche considerazioni tecniche sulla differenza tra l’usare un video e un’immagine come dato in ingresso. Certamente, questa evoluzione nell’utilizzo dei dati provenienti da una fonte video apre le porte a molti casi d’uso di business per l'immediatezza che il video porta con sé.
Per gli amanti del censimento dei libri nelle librerie domestiche, suggerisco comunque di valutare l’accoppiata Chat-GPT 4 (o meglio un Chat-GPTs dedicato con accesso al web per l’arricchimento di altri dati) con Airtable come database in cloud. Sto ottenendo buoni risultati nel mio sforzo, anche se una supervisione umana, allo stato dell’arte, è ancora necessaria. Se non altro per inserire nel database anche l’informazione se il libro è stato letto o meno, senza dimenticare gli insegnamenti di Eco sull’importanza della propria anti-biblioteca. 😉
👂🏾Organizzazione e cultura dei dati e algoritmi nelle organizzazioni. Sam Altman e il Futuro dell'IA: utopie e paradigmi dei futuri unicorni
“Nella piccola chat di gruppo con i miei amici CEO del settore tecnologico, c'è una scommessa sul primo anno in cui ci sarà un'azienda da un miliardo di dollari composta da una sola persona, cosa che sarebbe stata inimmaginabile senza l'IA e che ora si verificherà.” Così si è espresso Sam Altman, il CEO di OpenAI, in un'intervista o meglio una chiacchierata con Alexi Ohanian, uno dei fondatori di Reddit.
Francamente non credo che sia una cosa auspicabile, seppur possibile, per la sostenibilità del sistema economico globale. Chiaramente una tendenza di questo tipo aumenterebbe ulteriormente l’indice di Gini dei patrimoni, e cioè la disuguaglianza a livello globale. E se il futuro andrà verso questa tendenza, è più comprensibile, almeno sul piano teorico, lo sforzo di Sam Altman di favorire un reddito di base universale (UBI), a cui pensa anche usando, ma non è chiarissimo come, la criptomoneta WorldCoin che ha contribuito a lanciare.
In realtà, l’approfondimento che ti consiglio oggi non disegna futuri così estremi come quello di Altman, ma comunque propone un graduale shift di paradigma, innescato dalla generative AI e dalla sua graduale capacità di risolvere da sola i principali sviluppi tecnologici alla base dei prodotti. Erig Feng, autore dell’articolo che ti propongo oggi, infatti, immagina il graduale ribaltamento, nel prossimo futuro, della regola d’oro che esisteva ed esiste tuttora per le start-up e che dice sostanzialmente: “technical expertise required, domain expertise optional”, che diventerebbe “Domain expertise required, technical expertise optional”.
Sono convinto, e l’ho scritto soprattutto circa l’evoluzione dei data scientist, che essere più vicini alla domanda (dei Clienti) e alla conoscenza del mercato sarà sempre più importante in futuro, ma non credo che così a breve ci sarà questo shift di paradigma descritto da Feng. La complessità della tecnologia rimane alta e una conoscenza delle architetture tecnologiche sarà un vantaggio indispensabile per le start-up (tech) ancora per molto.
Non ho comunque la palla di cristallo e come disse (forse) Yogi Berra, “il futuro non è più quello di una volta”… ma tu cosa ne pensi? 🤔
Se hai ulteriori suggerimenti e riflessioni sui temi di questo numero o per migliorare questa newsletter scrivimi (st.gatti@gmail.com) o commenta su substack.
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Alla prossima!
Interessante punto di vista sull’auspicabilità della one billion one person company. Condivido